il metodo

E' una terapia indolore e rilassante che accelera il processo di guarigione e riduce significativamente i tempi di recupero.

E’ particolarmente efficace nel post chirurgico, nel trattamento delle fratture della mano, del polso, del gomito, del piede, della caviglia, della gamba ed in caso di Sindrome del Tunnel Carpale.

Si riducono nei colpi di frusta gli effetti collaterali nel medio e lungo termine (come instabilità, vertigini, mal di testa).

I dolori articolari di origine artrosica o post traumatica vengono significativamente ridotti in termini di intensità, durata e frequenza.

Il mal di testa di origine muscolo scheletrica beneficia dell’azione simpaticolitica stimolata dalla manualità delicata e non invasiva.

Le ernie e le protrusioni sia cervicali che lombari ritrovano i loro giusti spazi, dando cosi l’opportunità alla colonna di recupere la possibilità di un movimento indolore.

In caso di bruxismo, di blocco e/o disfunzione dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM), è possibile intervenire con un protocollo mirato ed integrato.

 

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cosa cura

- fratture

ernia protrusione discopatia

- lombalgia / lombosciatalgia

- discopatia / protrusioni / ernie

- Disfunzioni Articolazione Temporo Mandibolare

- Sindrome Cuffia dei rotatori/ Spalla congelata

Dito a scatto

- cefalea miotensiva

Esiti post traumatici e post chirurgici

- Colpo di frusta

- Artrosi

- Pubalgia

- Gonalgia

. Metatarsalgia

- dolori articolari e muscolari

- traumi sportivi

- tendiniti

-dorsalgia

- disordini funzionali dell’apparato neuro-muscolo-scheletrico

- lussazioni


Il trattamento

La terapia inizia con la valutazione funzionale della struttura articolare o fasciale che il terapista ha individuato con il ragionamento clinico; la manualità è molto gradevole e rilassante, avendo come obiettivo la riduzione della intensità del dolore. 

Il paziente potrà essere posizionato sul lettino seduto, supino, prono, sul fianco o nella posizione che sente essere più confortevole; la durata varierà da 15 a 45 minuti e la frequenza è solitamente di 1 volta a settimana.

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i benefici

  • Recupero più efficace negli esiti post chirurgici

  • Recupero più rapido negli esiti post traumatici

  • Riduzione del rischio di recidive o di lesioni

  • Individuazione precisa del segmento corporeo causa dei sintomi

  • Trattamento specifico della struttura causa dei sintomi


Le origini

La Terapia Manuale (TM) è antica quanto la scienza e l’arte medica stessa. Esistono opere statuarie che testimoniano l’uso di procedure di medicina manuale nell’antica Thailandia, risalenti ad almeno 4000 anni fa. L’utilizzo delle mani, nel trattamento dei traumi e delle malattie, era una pratica comune in Egitto. Ippocrate (V sec. a. C.), considerato il padre della moderna medicina, utilizzava tecniche di trazione che prevedevano l’uso di leve, nel trattamento di deformità della colonna vertebrale e documentò l’utilizzo delle manipolazioni curative nel “Trattato sulle articolazioni”. Galeno (II sec. d. C.) introdusse la trazione meccanica e le manipolazioni nella terapia della sciatica e dei dolori vertebrali; si racconta che guarì lo storico Pausania da un grave dolore al braccio con una manipolazione mirata del rachide cervicale. Anche la medicina araba, erede della tradizione greca, utilizzava abitualmente tecniche manuali. Durante il periodo in cui ci fu la scissione tra medici e cerusici (Alto Medioevo) il ruolo della medicina manuale nell’ambito dell’arte terapeutica sembra essere diminuito.

 Le tecniche manuali sopravvissero grazie agli aggiustaossa, personaggi a metà tra lo stregone e il praticone dotati di una grande abilità palpatoria ma senza alcuna cultura medica. In Europa si diffusero pertanto i ‘bonesetters’ (‘aggiustaossa’) in Inghilterra, i ‘rebouteux’ (‘conciaossa’) in Francia e gli ‘algebristas’ (‘raddrizza ossa’) in Spagna.

 Il vero iniziatore della moderna terapia manipolativa è però un medico di Kirksville (USA), Andrew Taylor Still (1830-1917). La sua disillusione nei confronti della medicina lo portò nel 1874 a sviluppare una nuova filosofia medica, che venne da lui stesso definita Medicina Osteopatica. Denunciò con forza quello che riteneva essere un mediocre esercizio della medicina, ovvero l’utilizzo indiscriminato dei farmaci. Nella sua dottrina medico-filosofica individua in una “lesione osteopatica” della colonna la causa di una perdita delle difese o di immunità naturali da parte degli organi che vengono così attaccati dalla malattia. La diagnosi consiste quindi nella ricerca della “lesione osteopatica” a mezzo di una fine palpazione, con cui vengono ricercate la anormale posizione della vertebra nello spazio e la perdita della sua normale mobilità. 

Altri osteopati autorevoli integrarono il lavoro di Still. Uno dei più noti fu certamente William Gardner Sutherland, creatore della cosiddetta Terapia Cranio Sacrale, secondo la quale le ossa del cranio sono capaci di un impercettibile movimento “respiratorio”. Egli sviluppò tecniche manuali per l’individuazione di anomalie nel movimento del cranio e per la loro correzione. Il concetto fu ulteriormente sviluppato a partire dal 1970 dal Dottor John Upledger. Nella medicina osteopatica moderna sono attualmente riconosciuti tre tipi di approcci: strutturale, viscerale e craniale.

 Nella prima metà del secolo due medici ottengono il riconoscimento della manipolazione articolare all’interno della comunità medica londinese.
James Mennell (1880–1957) , professore di Medicina Fisica a Londra, ebbe il merito di introdurre le manipolazioni nella Medicina Fisica ospedaliera.  Inoltre sostenne la necessità di espandere il ruolo dei fisioterapisti affinchè collaborassero con la professione medica effettuando manipolazioni articolari nell’ambito del trattamento dei pazienti. 

James Cyriax (1904-1985) , suo successore, continuò la sua opera, introducendo una teoria secondo la quale i disturbi vertebrali sarebbero dovuti soprattutto a spostamenti del disco articolare. Egli fu un sostenitore della importanza di condurre un buon esame clinico per risalire alla struttura sede del dolore, per non cadere nell’errore di attribuirlo ad anomalie asintomatiche rilevate agli esami strumentali. Per questo elaborò una metodica di valutazione dei tessuti molli, basata su tensioni selettive, che avrebbe dovuto permettere al diagnosta di individuare la sorgente algica per poterla trattare, risolvendo il dolore alla sua origine. Sviluppò anche un sistema terapeutico basato su manipolazioni, infiltrazioni e massaggio trasverso profondo. Anche Cyriax favorì notevolmente la formazione e l’espansione del margine di azione dei fisioterapisti, fondando l’Associazione di Medicina Ortopedica.

 Intorno all’anno 1960 Robert Maigne, medico francese, rifiutò l’ipotesi dell’esistenza di sublussazioni o di blocchi vertebrali, individuando una sindrome clinica specifica, alla quale diede il nome di Disturbo Intervertebrale Minore (DIM), che equiparò a una “mini-distorsione cronica del rachide”. Codificò quindi una semeiotica diretta ad individuare il segmento vertebrale patologico e propose un nuovo approccio alle manipolazioni, sancendo secondo molti il momento di passaggio della Medicina Manuale dall’empirismo alla scienza.

La Terapia Manuale rappresenta il contributo reso dalla comunità dei fisioterapisti allo sviluppo della Medicina Manuale. La maggior parte di coloro che ancora oggi rappresentano il punto di riferimento internazionale della Terapia Manuale avevano lavorato presso il St. Thomas Hospital di Londra dove avevano conosciuto il Dottor Cyriax e dal quale erano stati profondamente influenzati.
Sono due i maggiori esperti di chinesiterapia che svilupparono i due concetti più importanti: Geoffry Maitland, australiano, e Freddy Kaltenborn, norvegese, insieme al suo collega Olaf Evjenth.
Nel 1974 i rappresentanti dei due concetti si unirono e fondarono l’IFOMT (Internationl Federation of Orthopaedic Manipulative Therapists).